lunedì 14 maggio 2012

Preghiera al dio dei gufi

Ogni miseria del quotidiano, con pazienza puo' essere estinta. E cosi' gli affanni, le paure, le tentazioni, le delusioni, la noia, la meccanica ripetitivita' delle cose vissute solo di sfuggita; non colte. Bellezza. Ecco, la bellezza ne è l'antidoto. Alfa ed omega, inizio e fine. Come una libellula che passando a pochi centimetri dalla tua testa pensierosa ed oppressa, sotto un ombrellone, al mare, in un cielo azzurro e bianco d'Agosto, porta via, nel suo volo svelto, ogni apprensione ed ogni inutilita'. E i pensieri cambiano. Tu cambi.
Raramente ho incontrato una preghiera di cosi' intensa innocenza, di cosi' tersa e trasparente aderenza alla vera essenza della vita. La vita che si manifesta nei pollini di Maggio, nelle nuvole nere che annunciano la pioggia, nella pioggia che infine cade copiosa lavando l'aria e la terra. La vita come una sfera che ci contiene. Una sfera trasparente tanto che nemmeno, a volte, riusciamo a percepirla davvero.
Un diamante luminoso e prezioso la preghiera al dio dei gufi. Ha accarezzato, prima, e poi afferrato e preso con se' il mio cuore. Anzi è il mio cuore che ad essa si e' stretto commosso. E non la vuole lasciare. E non la lascera'. La bellezza salvera' il mondo disse un giorno Fedor Dostoevsky. Nella bellezza tutto si compie prego' un giorno Bear Heart ( cuore d'orso). 
Siate benedetti.
Piero

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